
Convegno internazionale CIPRA Coordinamento Italiano Professionisti della Relazione d’Aiuto
UNA “FOLLIA” ITALIANA LA LEGGE BASAGLIA COMPIE 40 ANNI
16-17 NOVEMBRE 2018 – MILANO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA, AULA MAGNA
SINO AL 10 NOVEMBRE E’ POSSIBILE ISCRIVERSI A CONDIZIONE AGEVOLATA DI A 50 EURO (30 CONGRESSO E 20 ADESIONE AL CIPRA)
Ho la fortuna di aver condiviso il grande processo di rinnovamento dell’assistenza psichiatria apartire dal lavoro in ambito manicomiale ad Ancona e poi a Siena sino a coordinare i servizipsichiatrici della USL dell’Amiata per concludere il mio impegno in questo ambito in qualità diconsulente del Ministro della Sanità Aldo Aniasi in tema di psichiatria e tossicodipendenze curandoper conto del Centro Studi dello stesso ministero tre volumi su Realtà e prospettive della riformadell’assistenza psichiatrica in Italia e avendo un diretto rapporto di collaborazione con FrancoBasaglia in quanto consulenti del Comune di Roma rispettivamente in tema di tossicodipendenze edi psichiatria.
Pur nel comune impegno in ambiti affini, non mancarono tuttavia motivi di contrastoin merito al ruolo che potessero svolgere interventi di psicoterapia in ambito istituzionale che,spesso orientati in senso psicoanalitico in quegli anni, mal si integravano ad una prospettiva cheprivilegiava il lavoro teso al reinserimento sociale e alla riabilitazione. Oltre ad occuparmi difarmaci sostitutivi e di comunità terapeutiche, ho esplorato diversi approcci nella psicoterapia chepotessero essere applicati con efficacia alle tossicodipendenze (approccio psicodinamico,relazionale, psicocorporeo e gestaltico) sino a pubblicare gli atti del congresso su Fondamenticomuni e diversità di approccio in psicoterapia per conto della European Association forPsychotherapy di cui sono stato presidente del biennio 1978-79 e co-fondatore della federazioneItaliana delle Assdociazioni di Psicoterapia (FIAP) che è autorevolmente rappresentata in questoconvegno da Giuseppe Ruggiero. Mi sono quindi dedicato alla formazione nella psicoterapia inqualità di direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt ma dedicandomi elettivamente alleDipendenze comportamentali co-fondando la Associazione Italiana per lo studio del giocod’azzardo e dei comportamenti a rischio-Alea. Potendo contare sulla collaborazione di Colleghi ex-allievi nella psicoterapia e nel counseling ho avviato dal 2007 il Progetto Orthos, un ProgrammaResidenziale Intensivo Breve (PRIB) sostenuto dalla Regione Toscana per dieci anni come “progettosperimentale” e che recentemente è stato inserito tra le metodologie innovative previste dalle Lineedi Indirizzo del Ministero della Salute in tema di Gioco d’azzardo Patologico.
Una tipologia diintervento che integra le competenze dello psichiatra, dello psicoterapeuta e del counseling, oltreche dell’arte-terapia, in un progetto sinergico e multiprofessionale di intervento. Concludo questosintetico excursus sulla evoluzione della politica socio-sanitaria in tema di salute mentale edipendenze, per quanto ho potuto esserne testimone partecipe, ritenendo che:
– I 40 anni dalla chiusura dei manicomi, grazie alla introduzione della legge Basaglia,possono sicuramente essere considerati una conquista delle società civile, del progressoscientifico e della componente “umanistica” che il nostro Paese ha saputo esprimere inun settore così complesso e che è indice del generale tato di “benessere” di una collettività.
– Certo, non sono mancate difficoltà e sofferenze, spesso sulla pelle dei familiari che sonostati chiamati, spesso forzosamente, a sostenere il carico della “cura” dei sofferenti psichicinella misura in cui la stessa è stata, in qualche modo, distribuita sui cittadini piùdirettamente interessati da questa sofferenza, ma, a cerchi concentrici, dalla collettivitàtutta.
– E questo all’insegna di un disegno “politico” oltre che tecnico che ha inteso contrastare lalogica più sbrigativa e deresponsabilizzante della “delega” ai tecnici della gestione,quando non della pura repressione (chimica se non più fisica) dei sofferenti psichici.
– Nonostante i molteplici tentativi “regressivi” al ritorno a duna politica di ospedalizzazione-emarginazione, i dati statistici sembrano dare ragione alla strada intrapresa se il numero deiposti letto per ricoveri psichiatrici fa registra percentuali del 2,9 rispetto al dellamedia europea del 14% dei posti letto evidenziando l’importanza delle “scienzesociali” ed di un “approccio umanistico” alla “cura” del sofferente psichico che spessotrae maggiore beneficio dalla solidarietà che non dalle reclusione e da un approccio medicodistaccato ed impersonale che solo a parole può definirsi più “scientifico”.
– Nel rispettare il merito di Basaglia nell’aver allargato il contesto dell’intervento alla interasocietà civile, non possiamo sottovalutare l’enorme contributo fornito da una fiorituradi “Professioni nella Relazione di Aiuto” (PRA) che dalla psichiatria e dalle altreprofessioni sanitarie, come la infermieristica e la riabilitazione psichiatrica, si sono estesealla psicologia-psicoterapia, al counseling, ai gruppi di auto-mutuo aiuto, alvolontariato che in modo non marginale hanno consentito di diversificare ed estendere le possibilità di prevenzione e cura rappresentando, nel loro insieme, la risorsadeterminante nel contenere la deriva del ricovero ospedaliero e l’avvio dellapsichiatrizzazione del sofferente psichico.
– Nasce dalla testimonianza di un ruolo diretto e fondamentale nella partecipazione almovimento di de-ospedalizzazione della sofferenza psichica la iniziativa promossa dalCIPRA unitamente ad autorevoli rappresentanti delle diverse PRA direttamente co-interessate a questo ambizioso progetto che vede ancora l’Italia in un ruolo di protagonismoe di leadership in tema di “scienze umane” a cui anche altri paesi continuano ad ispirarsinelle loro politiche di contenimento della sofferenza psichica e della devianza che pureminaccia così drammaticamente la società odierna.
Con l’augurio che possa aprirsi una stagione di ampia sinergia tra le PRA, di cui il CIPRA sipromuove come catalizzatore, affinchè nella definizione delle specifiche “competenzeprofessionali” possa offrirsi alla collettività una gamma ampia e diversificata di interventi sia inambito pubblico che di provato sociale che superi le sterili contrapposizioni di categoria che certonon giovano ad un progetto di salute pubblica coerente con l’evoluzione della società odierna.
Ricardo Zerbetto
